Diditi

IL DIDITÌ, O IL DROGATO DA TELEFONINO (Stefano Benni)

Creatura recentemente apparsa ma ormai tristemente nota. Il suo dramma non è il cellulare, ma la dipendenza, cioè il non saper rinunciare al telefonino nei luoghi più improbabili e nelle situazioni più scomode. Per questa ragione è detto DDT, ovvero Drogato Da Telefonino.

Ad esempio, il DDT è appena entrato nel bar e il cellularetrilla mentre sta bevendo un cappuccino. Il DDT continua a bere con la destra e risponde con la sinistra, oppure intinge il cellulare nella tazza e si attacca una brioche all’orecchio.

Va alla toilette telefonando, e dentro si odono rumori molesti, sciabordio, e schianti dovuti alla difficoltà di compiere certe operazioni con una mano sola. Spesso quando esce ha il cellulare grondante e stranemacchie sui pantaloni. Inoltre ogni anno circa duemila telefonini spariscono in turche o gorghi porcellanati. Una leggenda metropolitana li vuole clonati e usati dai ratti di fogna al posto della comunicazione ultrasonica.

Il DDT risponde in qualsiasi situazione, posizione, e occasione. La sua prerogativa è infatti « l’effetto Colt »: non può sentire un trillo senza estrarre di tasca l’arma,vive sempre all’erta come un pistolero, risponde velocissimo non solo al trillo del suo cellulare, ma anche a quello del vicino, al trillo della cassa, ai trilli dei telefoni in televisione e, in campagna, anche al canto dei grilli.

Ma soprattutto due sono le situazioni in cui la nevrosi del DDT esplode in tutta la sua violenza.

La prima è quando è a una tavolata di ristorante e ha lasciato ilcellulare nel cappotto. Udendo il trillo fatidico, che riconosce tra gli altri come il vagito del primogenito, balza sul tavolo, calpesta antipasti, rovescia sedie, ribalta tavoli e parte come una belva verso l’attaccapanni. Qua butta in aria pellicce e cappotti altrui, a volte per far prima li squarcia con un coltello, infila la mano nella fodera, sbaglia tasca, bestemmia e raggiunge il cellularenon appena questo ha smesso di trillare. A questo punto lo porta con sé sul tavolo, parcheggiandolo vicino al piatto. Dopodiché lo osserverà con odio tutta la sera, perché il cellulare resterà silenzioso, e suonerà solo una volta rimesso nel cappotto.

Un altro evento che mette in crisi il cellularista DDT è quando si accorge che nel locale il telefonino non riceve il segnale. Questo loatterrisce come se gli si fermasse lo stimolatore cardiaco. Il DDT inizia a percorrere in lungo e in largo la stanza, striscia contro i muri, sale sui tavoli, salta come un canguro alla disperata ricerca di un segno di vita della sua creatura. Spesso si può vedere il DDT in una delle seguenti posizioni:
a. modello « Statua della libertà », in piedi sul tavolo col telefonino innalzato verso il soffitto;b. modello « Gogna », con mezzo busto fuori della finestra, braccio proteso e mezzo congelato;
c. modello « Frontiera », deambulante avanti e indietro attraverso la porta, in un vortice di spifferi e proteste;
d. modello « Fisherman », col cellulare legato a una canna da pesca infilata nello spioncino dell’aerazione in alto a destra;
e. modello « Delega », nervosissimo dopo aver pagato un ragazzinoperché gli tenga il cellulare fuori del locale. La percentuale di restituzione è del cinquanta per cento, ma pur di avere il telefonino in funzione, il DDT corre questo rischio;
f. modello « Eremita », seduto sul cesso tutta la sera perché lì è l’unico punto dove riceve.

Che tipo di importante conversazione impegna il cellularista DDT? Quasi sempre è difficile stabilirne la logica e soprattutto lanecessità.

Ne facciamo qui alcuni esempi, riportando solo le frasi del cellularista, e lasciando alla vostra fantasia la parte dell’interlocutore.

Telefonata progettuale

Sì io sto qui, tu dove sei?
Ah, e dopo dove vai?
Ho capito, allora ci sentiamo stasera?
No stasera non lo so, perché tu dove vai?
Sì forse vengo anch’io, ma tu ci sei?
Allora stasera ti chiamo per sentire se ci sei,…